venerdì 26 ottobre 2007

La cassa di plastica bianca

L'oratore sindacale, al culmine dell'adunata o-ce-a-ni-ca che riempe la piazza, mitraglia come una batteria di missili katyusha mille parole al secondo sparandole ad alzo zero sulla massa proletaria suburbana di pensionati-studenti-lavoratori convenuti in formazioni a testuggine da tutta Italia: diecimila parole scrosciano secche come fuoco di sbarramento di mitragliatrici leggere da trincea; sbuffano eruttando dalla bocca urlante dell'oratore sindacale nuvole sulfuree urticanti di polvere da sparo alitate a forza a schiaffeggiare il milione di teste-facce in blocchi massicci cubici di purissimo fulminato di mercurio schioppettante; raffiche verbali secche da plotone di esecuzione investono la massa informe plebea delle centurie osannanti dei pensionati-studenti-lavoratori convenuti de-mo-cra-ti-ca-men-te per manifestare ci-vil-men-te contro i pa-dro-ni.
Finisce fra centomila bandiere rosse-verdi-arancioni-gialle l'urlo finale decisivo dell'oratore-mitraglia che si ritira trionfante arretrando come su binari metallici dal palco di mille metri quadrati; immediatamente dieci ingegneri elettronici-meccanici in guanti bianchissimi mettono al sicuro, come reliquia preziosissima, la testa meccanica di alluminio e titanio lucidissima dell'oratore-mitraglia: centomila circuiti elettronici surriscaldati nelle mandibole metalliche vengono disabilitati; ripiegata la maschera precississima simile a carne vera umana; l'operatore radio disattiva il telecomando a distanza: l'oratore-mitraglia si spegne con precisione: una cassa di plastica bianca lo accoglie in attesa di una nuova piazza gremitissima osannante.

Nessun commento: