lunedì 21 dicembre 2009

Manifesto dinamico-scolastico 2010

Dall'anno scolastico 2010 le scuole elementari della città di Milano dovranno così essere organizzate:

- ogni famiglia italiana dovrà decidere se lo studente elementare iscritto vorrà essere aggregato al corso italiano-mandarino o al corso italiano-arabo;

- i due corsi prevederanno l'insegnamento di tutte le materie nelle due lingue prescelte: nelle classi con insegnamento in italianomandarino verranno instradati i figli di famiglie cinesi residenti nella zona e gli italiani che vorranno accedere alla lingua mandarina; in questo modo, dopo i cinque anni di corso, i bambini cinesi saranno perfettamente bilingui italiano-mandarino e i bambini italiani saranno perfettamente bilingui mandarino-italiano.

Il corpo insegnante sarà composto da insegnanti madrelingua: milanesi gli insegnanti italiani e pechinesi gli insegnanti cinesi.

Ugualmente, nelle classi che avranno scelto il corso italianoarabo, le lezioni si terranno nelle due lingue, in modo che al quinto anno di scuola i discenti saranno perfettamente bilingui. Nelle classi italaino-arabe verranno iscritti di ufficio i bambini le cui famiglie parlano arabo.

In questo modo noi alleveremo nuove generazioni di bilingui italiano-mandarino e italiano-arabo che potranno nel loro luminoso futuro interlocuire ad altissimo livello utilizzano le due lingue più diffuse e più di successo del secolo appena iniziato.

mercoledì 18 novembre 2009

Manifesto della scrittura passatista-futurista

Noi vogliamo scrivere per pochi, e con la nostra scrittura schiaffeggiare l'ignorante, lo zotico, l'analfabeta.
Noi mettiamo in atto una scrittura che non possa essere compresa dalla massa primordiale suburbana proletaria illetterata. Noi usiamo aggettivi, avverbi e sostantivi desueti, in modo che essi rimangano oscuri alla massa dei cialtroni decerebrati da pastasciutta e televisione.
Noi vogliamo ridurre il numero dei nostri lettori a quei pochissimi che sappiano di italiano, latino, greco.
Per questo noi usiamo un linguaggio arduo, astruso, arcadico, antipratico.
Noi vogliamo che lo schiaffo e la sberla dei nostri scritti incomprensibili si stampi come icona di vergogna sulle facce idiote e le gote flaccide di ragazzini obesi e di genitori ignoranti vestiti di tute da ginnastica e dotati di borsello porta-cellulare.
Noi vogliamo che dei nostri scritti rimanga nei cervelli piccoli e rintontiti da mille ore di televisione un enorme punto interrogativo che tutto sovrasta e tutto rende incomprensibile.
Noi non amiamo la massa degli illetterati: noi vogliamo parlare all'aristocrazia del pensiero.
Per questo noi siamo passatisti-futuristi: perché attraverso la lingua del passato si possa costruire un fulgido futuro d'avanguardia di pensiero esclusivo.

martedì 17 novembre 2009

Sicut umbra dies nostri supra terram

Ero sul tram. Intorno a me giovani donne bellissime con i seni rifatti.
Ed ecco che, come in un incubo ossianico, m'appare negra la repentina fosca visione d'un cimitero notturno e di mille tombe sparse; e dentro quelle bianche tombe rilucenti alla Luna, cenere grigia e pochi resti mortali di quelle donne che furono belle. E fra quei miseri resti offesi dal tempo e mortificati dalla nera putredine della terra che li ricopre, ecco scintillare immortali, come speranza di resurrezione eterna, due protesi di silicone bianche baluginanti nella notte selenica: ciò che rimane dell'insulto della morte e del tempo che fugge.
Ahi,  poveri noi e povera Umanità mortale! Sicut umbra dies nostri supra terram.

mercoledì 7 ottobre 2009

Fuggivano ridendo a cercare riparo dietro le gonne di mamme vestite di nero

Nella via dietro casa otto bambini oscenamente grassi si trascinano stancamente e scompostamente tirandosi dietro enormi zaini con le rotelle pieni di libri. Forse sono libri di scuola. Gli otto bambini ansimanti comunicano con ampi cenni degli arti superiori e mediante suoni gutturali simili a quelli di alcuni cercopitechi della Tanzania; poi si scambiano pesanti manate sulle spalle, sulla schiena e sugli addomi flaccidi e rotondi; poi emettono suoni simili al riso umano: ma è un riso amaro che fuoriesce da bocche molli su visi d'idioti.
E mi tornano alla mente antichi studenti sciamare fuori dalla scuola di un piccolo paese di montagna, e bambini magrissimi in lunghi grembiuli neri scambiarsi poderose cartellate fra risate d'argento e una maestra seria correre fra di loro e pigliare per un orecchio il bambino più piccolino e più indifeso mentre gli altri fuggivano ridendo a cercare riparo dietro le gonne di mamme vestite di nero.
E su di loro scintillava un sole d'autunno radioso che tutto scaldava e rendeva più bello.

giovedì 16 luglio 2009

Fresco mitragliamento obliquo della pioggia d'estate

Sentire all'orizzonte esplodere in successione metronomica
le grancasse siderali di mille tuoni intermittenti
accompagnate dai colpi secchi rullanti
a ritmo di tango
di un'orchestra di fulmini
e in sottofondo l'improvviso mutismo assoluto
di merli e cinciallegre
fino ad ora cantanti
al cielo grigio
pentagrammi volanti di note fischianti.

E buttare all'improvviso questa giacca pesante e saltare fuori da questa trincea e correre a perdifiato verso le linee nemiche coi piedi nudi e le braccia spalancate per essere, finalmente, messo a fuoco, collimato e preso di mira ad alzo zero dal fresco mitragliamento obliquo della pioggia d'estate.

sabato 30 maggio 2009

Vorrei morire mille volte

Vorrei morire mille volte. E abituarmi così alla morte ogni volta cosicché, alla millesima morte, io possa presentarmi pronto e morire in piedi, saldo nella certezza che sia la vera morte e definitiva.

E presentarmi così, vestito con il migliore abito blu e la camicia bianchissima e il fazzoletto nel taschino e una cravatta blu luminosa, e camminare con scarpe nere e lucidissime e un sorriso spavaldo e non tornare più e dire finalmente, a me stesso e al mondo intero: sono morto mille volte e son sempre tornato ma adesso sento il suono della musica che scende dalle stelle e vedo la luce che m'incendia gli occhi e ho trovato quella pace che m'apparteneva da sempre ma non avevo trovato mai.

Vorrei vivere la morte mille volte per morirla, finalmente, una volta sola.

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lunedì 23 febbraio 2009

Io sputo su di voi e sul Futurismo

Io sputo. Sputo su di voi. Sputo su di voi che oscenamente festeggiate cent'anni di Futurismo.
Io sputo sulle vostre mostre, sui vostri musei, sulle vostre manifestazioni. Io sputo sui vostri cataloghi, sui vostri dipinti di Boccioni, di Balla, di Prampolini, di Crali. Sputo sul vostro Marinetti che avete prima ucciso e ora volete resuscitare: cadavere infradiciato dai vostri insulti di sessant'anni e che adesso avete riesumato. Io sputo su di voi tombaroli che aprite tombe che voi stessi avete sigillato e adesso urlate fra miasmi cadaverici: "Futurismo per sempre!"
Voi mi fate schifo: voi avete ucciso il Futurismo, voi passatisti, comunisti, democristi, partigiani, borghesucci fetenti, illetterati politicanti e pseudo-intellettuali vecchi di cent'anni.
Lasciate il Futurismo a noi che l'abbiamo sempre amato e togliete le vostre mani lerce da ciò che avete ammazzato.
Io sputo su di voi e sull'assassinio da voi compiuto. Io sputo sul vostri decrepiti crani spelacchiati e sulle vostre gialle facce occhialute. Sputo su ciò che siete e siete stati. Io sputo su ciò che voi avete fatto e sulla vergognosa Italia che voi avete creato.

mercoledì 14 gennaio 2009

Si sfidavano inferociti a colpi di clava e bastone

Sono il Controllore.
Dalla mia stanza con le pareti coperte di leve e bottoni controllo la città. Tutto dipende dalla mia volontà.
E siccome sono un tipo un po' tremendo e anche birichino, ogni giorno mi ingegno in uno scherzetto nuovo per vedere l'effetto che fa: oggi ho spostato -leggerissimamente!- la piccola leva che comanda i semafori di questa metropoli e, attraverso le mille telecamere che trasmettono sul mio schermo quel che succede nelle strade, malignamente ho osservato, come in una tregenda infernale, milioni di automobilisti intrappolati per ore in un traffico impazzito e metropolitano. Oh, umanità! Quanto mi piace guardarti mentre, per un piccolo contrattempo nella tua misurata vita quotidiana, perdi il lume della tua ragione divina e diventi istinto e razza animale!
Nel gigantesco ingorgo di carne e lamiere provocato dalla piccola leva nel mio piccolo ufficio, migliaia di uomini-belva, simili a bestie selvagge e impazzite, si sfidavano inferociti a colpi di clava e di bastone.

venerdì 9 gennaio 2009

Manifesto dinamo-politico

In questo inizio di nuovo anno, in un'Italia ancora e sempre più incialtronita da legioni di amministratori politici incapaci e corrotti e da masse gelatinose vischiose di proletariato mentale suburbano incarnato come fulgido esempio nel prototipo operaio dell'abitatore delle periferie oscenamente ingrassato da ore passate davanti al televisore e da centinaia di merendine idrogenate, noi lanciamo -oggi- il nostro Manifesto Dinamo-Politico per l'Italia del XXI secolo.

Aboliamo, da domani, il Parlamento della Repubblica, strumento ormai vetusto e corpo putrescente adagiato nel freddo gelido di una tomba monumentale eretta sui fasti antichi di una civiltà non più esistente e frequentato da centinaia di uomini-donne impreparati, ignoranti, operai-contadini analfabetizzati da partiti e movimenti politici guidati da corrotti e aprofittatori;

sostituiamo l'abolito Parlamento della Repubblica con un gruppo di cinque uomini preparatissimi e stranieri, laureatissimi, di famiglia eccellente e che abbiano frequentato le migliori università europee di Berlino, Parigi, Stoccolma, Helsinki: questi cinque uomini dovranno avere un'età compresa fra i 30 e i 45 anni; questi uomini dovranno essere pagati 10 milioni di Euro all'anno a testa;

i cinque uomini dovranno sospendere ogni diritto costituzionale per cinque anni e, attraverso Polizia, Carabinieri ed Esercito, assicurare un perfetto ordine pubblico: chiunque commetta reati o crimini dovrà essere rinchiuso a tempo indeterminato in appositi penitenziari ad altissima sicurezza che verranno all'uopo progettati e costruiti;

i cinque uomini dovranno inoltre occuparsi della gestione corrente degli affari dello Stato e preparare, nei cinque anni del loro mandato, nuove elezioni generali da svolgersi allo scadere del quinto anno: alle elezioni generali potranno presentarsi cinque nuovi partiti politici che dovranno proporre cinquanta candidati ciascuno, per un totale di duecentocinquanta candidati; questi candidati dovranno essere per due terzi stranieri divisi equamente fra americani, europei, cinesi e giapponesi e avere un'età compresa fra i 30 e i 45 anni; il restante terzo, composto di italiani, dovrà essere di uomini-donne con 5 lauree conseguite presso università straniere;

nei cinque anni di mandato i cinque uomini dovranno provvedere a radere al suolo i centri storici delle 20 maggiori città italiane e costruire, al loro posto, nuclei abitativi, lavorativi ed economico-finanziari composti da giganteschi grattacieli di alluminio-vetro di 100 piani ciascuno. Alla plebe suburbana a cui dovrà essere requisita la casa verrà consegnato un appartamento d'acciaio nelle vicinanze delle fabbriche che verranno costruite nelle più lontane periferie.

Allo scadere del quinto anno, una volta indette le elezioni e instaurato il nuovo Parlamento della Repubblica Futurista Pan-Italiana, i cinque uomini si dovranno ritirare a vita privata: a loro memoria verranno eretti monumenti equestri d'alluminio in tutte le piazze di ogni città italiana.

Solo così l'Italia potrà, a pieno diritto, entrare a fare parte delle Nazioni Civili di questo pianeta.