Ero sul tram. Intorno a me giovani donne bellissime con i seni rifatti.
Ed ecco che, come in un incubo ossianico, m'appare negra la repentina fosca visione d'un cimitero notturno e di mille tombe sparse; e dentro quelle bianche tombe rilucenti alla Luna, cenere grigia e pochi resti mortali di quelle donne che furono belle. E fra quei miseri resti offesi dal tempo e mortificati dalla nera putredine della terra che li ricopre, ecco scintillare immortali, come speranza di resurrezione eterna, due protesi di silicone bianche baluginanti nella notte selenica: ciò che rimane dell'insulto della morte e del tempo che fugge.
Ahi, poveri noi e povera Umanità mortale! Sicut umbra dies nostri supra terram.
martedì 17 novembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento