martedì 6 novembre 2007

Lacrime invisibili e amare

Oggi, in tram, mi sono accorto di una cosa che avevo sotto gli occhi da chissà quanto tempo e a cui non avevo mai fatto caso. Dev'essere questo dinamismo che accompagna la mia vita a non avermi fatto osservare un fenomeno che, eppure, non è possibile non notare; dev'essere questo mio camminare troppo in fretta, sempre; dev'essere questo mio passo urbanizzato da uomo metropolitano di pianura che mi fa passare troppo veloce sui marciapiedi, che mi obbliga a percorrere centro metri in venti secondi, battendo rapido coi tacchi sulle pietre sconnesse di queste vie del centro; dev'essere lo sguardo sempre rivolto in avanti, al futuro geometrico che mi si para di fronte agli occhi ogni volta che, al mattino, esco di casa e già vedo, come disegno tecnico precississimo su un foglio bianco candidissimo, il futuro della mia giornata. Certo, vedersi sempre davanti agli occhi un disegno tecnico, mentre cammino, mentre salgo sul tram, mentre scendo in metropolitana, deve avermi impedito di vedere la cruda e orripilante realtà, e questa realtà vera, innegabile, violenta è che non ci sono più gonne. O meglio: non ci sono più donne che indossano gonne.
Me ne sono accorto proprio stamattina: ovunque io girassi gli occhi (per qualche motivo il disegno tecnico era momentaneamente assente) vedevo donne, ragazze, bambine che, in vece delle solite gonne corte, medie o lunghe a cui ero abituato, vestivano pantaloni.
Voi direte che è cosa normale, che le donne vestono pantaloni da molti anni, e che questa cosa è buona e giusta e che non vi è motivo per cui una donna non possa indossare un bel paio di pantaloni: forse che gli uomini non portano i pantaloni e lo fanno in maniera dignitosissima?
Certo, sono d'accordo e non posso sollevare obiezioni: le donne possono portare i pantaloni e, indubbiamente, li portano.
E allora ecco che, nel tram sovraffollato arrancante sferragliante è tutto un vibrare di sederi enormi, osceni, metafisici nella loro sproporzione; un mare agglutinante di carni inutili, di chilogrammi ridondanti; una massa incalcolabile di gutei devastati dall'informe assalto di ciccia, grasso, cellulite. Un oceano quasi semovente di pantaloni mal tagliati a contenere senza ritegno oceani orribili di sederi di donne ciccione, sfericizzate dalla pastasciutta col pomodoro, dalle poltrone televisive, dall'inamovibilità assoluta che domina la loro vita.
Ma ogni tanto, rarissimamente, nell'oceano dell'oscena pinguedine che tutto rende disarmonico e che tutto contagia come in un lazzaretto in cui la peste si diffonde e macera le carni di malati senza speranza, ecco che, come a salvare questi appestati ormai morti, appare la visione sublime, femminile, agile e balzante di una giovanissima italiana che, fasciata nella sua meravigliosa gonna elegantissima che ricopre glutei perfetti ricavati da ore di palestra meccanica, agilmente su tacchi a spillo sottilissimi d'acciaio sale sul tram con un elastico saltello.
Intorno, con occhi bovini, decine di fanciulle amorfe e con pantaloni alla moda piangono lacrime invisibili e amare,

2 commenti:

Arianna ha detto...

se ti può far piacere saperlo io ho nell'armadio tre pantaloni e una ventina di gonne di ogni colore e dimensione e non ho nemmeno la televisione (motivo principale per cui si forma la cellulite ) =)
in ogni caso non sono qui per dirti questo, ma per dirti che sparisco per un po' è perché mi sto ritrasferendo nel giro di due mesi e che mi devo ancora adattare... se vuoi sapere qualcosa di più aggiornerò sicuramente il mio sito principale: www.vivescomoquieres.blogspot.com

Marinetti ha detto...

E allora a presto Arianna... e grazie per essere sempre stata qui a leggere le mie righe... Ti auguro tutto il meglio.