mercoledì 14 gennaio 2009

Si sfidavano inferociti a colpi di clava e bastone

Sono il Controllore.
Dalla mia stanza con le pareti coperte di leve e bottoni controllo la città. Tutto dipende dalla mia volontà.
E siccome sono un tipo un po' tremendo e anche birichino, ogni giorno mi ingegno in uno scherzetto nuovo per vedere l'effetto che fa: oggi ho spostato -leggerissimamente!- la piccola leva che comanda i semafori di questa metropoli e, attraverso le mille telecamere che trasmettono sul mio schermo quel che succede nelle strade, malignamente ho osservato, come in una tregenda infernale, milioni di automobilisti intrappolati per ore in un traffico impazzito e metropolitano. Oh, umanità! Quanto mi piace guardarti mentre, per un piccolo contrattempo nella tua misurata vita quotidiana, perdi il lume della tua ragione divina e diventi istinto e razza animale!
Nel gigantesco ingorgo di carne e lamiere provocato dalla piccola leva nel mio piccolo ufficio, migliaia di uomini-belva, simili a bestie selvagge e impazzite, si sfidavano inferociti a colpi di clava e di bastone.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

solo per info, alcune citazioni dal manifesto. a proposito, questa settimana compirà un secolo tondo tondo

La prima, sulla forza (oggi si direbbe "persuasiva") dell'infinito:

"il verbo all'infinito sarà indispensabile, poiché, tondo come una ruota, adattabile come una ruota a tutti i vagoni del treno delle analogie, costituisce la velocità stessa dello stile. Il verbo all'infinito nega per sé stesso l'esistenza del periodo ed impedisce allo stile di arrestarsi e di sedersi in un punto determinato. Mentre il verbo all'infinito è rotondo e scorrevole come una ruota, gli altri modi e tempi del verbo sono o triangolari, o quadrati o ovali."
(non è meglio scrivere "per raggiungere i nostri obiettivi" piuttosto che "ai fini del raggiungimento dei nostri obiettivi"?)

La seconda, sull'aggettivo:

"Ciò che è necessario è il servirsi dell'aggettivo il meno possibile e in un modo assolutamente diverso da quello usato fino ad oggi. Bisogna considerare gli aggettivi come segnali ferroviari o semaforici dello stile, che servono a regolare lo slancio, i rallentamenti e gli arresti della corsa, delle analogie. Si potranno cosí accumulare anche 20 di questi aggettivi semaforici.
Io chiamo aggettivo semaforico, aggettivo-faro aggettivo-atmosfera l'aggettivo separato dal sostantivo isolato anzi in una parentesi, e diventato così una specie di sostantivo assoluto, più vasto e più potente di quello propriamente detto. L'aggettivo semaforico o aggettivo-faro, sospeso in alto della gabbia invetriata della parentesi, lancia lontano tutt'intorno la sua luce girante."
(..... cari colleghi business e web writer, anche senza metterlo tra parentesi, l'aggettivo è un segnale, spande luce e significato, il che vuol dire che va usato con parsimonia e al posto giusto .... che luce diffondono i nostri consunti "innovativo", "all'avanguardia", "avanzato", "flessibile" ... e qui per carità mi fermo ...?)

E, infine, l'ultima lezione marinettiana, dedicata ai web designer:

"La mia rivoluzione è diretta contro la cosí detta armonia tipografica della pagina, che è contraria al flusso e riflusso, ai sobbalzi e agli scoppi dello stile che scorre nella pagina stessa. Noi useremo perciò in una medesima pagina, tre o o quattro colori diversi d’inchiostro, e anche 20 caratteri tipografici diversi, se occorra. Per esempio: corsivo per una serie di sensazioni simili o veloci, grassetto tondo per le onomatopee violente, ecc.
Con questa rivoluzione tipografica e questa varietà multicolore di caratteri io mi propongo di raddoppiare la forza espressiva delle parole."

W MARINETTI!!

P.S. Tutte le citazioni sono tratte da: "Distruzione della sintassi, immaginazione senza fili, parole in libertà", Filippo Tommaso Marinetti, 11 maggio 1913.

Marinetti ha detto...

Ciao Cloro, grazie per le citazioni.
D'altra parte non credo che il futurismo, oggi, debba essere questione stilistica, né di parole né di grafica.
Oggi il futurismo deve invece essere, per come la vedo io, esplosione di verità e assoluta libertà di giudizio.
Giudicare liberamente ciò che ci sta intorno anche con le parole più odiose: questo deve essere il nostro imperativo; anche a costo di attirarci inimicizie o affrettati giudizi di perbenisti allineati al non-pensiero odierno e moderno.
Questo blog nasce proprio per questo: per potere scrivere, in liberà, e giudicare ciò che mi vedo intorno.