Mi sveglio di soprassalto ancora oggi nel mio letto umido di sudore con un grido in gola nel ricordo della massa compatta del milione di motorini urlanti e delle nuvole azzurre di gas dei tubi di scappamento e del fragore dei motori imballati e del milione di facce con gli occhi a mandorla stretti in un ghigno malefico che, all'incrocio fra le due strade di Saigon, scattano in avanti come sola massa meccanica di ferro-uomo e sembra mi puntino come per passare sopra al mio povero corpo atterrito di occidentale che vuole attraversare la strada in una città che non è sua, non gli appartiene, gli è nemica.
Vedo, nel milione di uomini-macchina che scattano al semaforo, il segno di un futuro vicino fatto di miliardi di occhi a mandorla che governano il mondo sibilando fra denti bianchissimi e labbra aggricciate agghiaccianti ideogrammi 胜利,力量,霸权,中华,金钱 lanciati in avanti nell'aria umidissima e usati contro di noi come lame taglientissime di scintillanti kriss malesi.
giovedì 11 settembre 2008
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