giovedì 11 settembre 2008

Il sogno

Mi sveglio di soprassalto ancora oggi nel mio letto umido di sudore con un grido in gola nel ricordo della massa compatta del milione di motorini urlanti e delle nuvole azzurre di gas dei tubi di scappamento e del fragore dei motori imballati e del milione di facce con gli occhi a mandorla stretti in un ghigno malefico che, all'incrocio fra le due strade di Saigon, scattano in avanti come sola massa meccanica di ferro-uomo e sembra mi puntino come per passare sopra al mio povero corpo atterrito di occidentale che vuole attraversare la strada in una città che non è sua, non gli appartiene, gli è nemica.
Vedo, nel milione di uomini-macchina che scattano al semaforo, il segno di un futuro vicino fatto di miliardi di occhi a mandorla che governano il mondo sibilando fra denti bianchissimi e labbra aggricciate agghiaccianti ideogrammi 胜利,力量,霸权,中华,金钱 lanciati in avanti nell'aria umidissima e usati contro di noi come lame taglientissime di scintillanti kriss malesi.

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