sabato 1 dicembre 2007

Il tram numero 14

Plebaglia suburbana e subproletaria fusa in una unica semovente ributtante formazione compatta parallelepipeda di carne inscatolata in tre vagoni lerci pseudofutiristici di un tram verde marcio progettato da ingegneri-geometri idioti e diretto sferragliante come barca putrida di Caron Dimonio occhi di bragia a traghettare anime morte di centinaia di passeggeri illividiti da luci al neon verdastre nella centrale via Torino. Accozzaglia antiomogenea di razze disordinate raggrumate un un acido brodo disgustoso che mi fa sentire marziano verde-tram proiettato da anni luce di distanza e sparacchiato a tradimento nel gorgo scientificamente previsto di un maelstrom osceno rivoltante di brutte facce, brutti vestiti, brutte lingue, brutti odori, brutti uomini, brutte donne. Vivo non sperando in un mondo che non è più mio, tuo, nostro. Vivo sul tram numero 14, navicella ributtante di scorie repellenti da sparare sùbito, già domani mattina, con dinamite superpotenziata sulla superficie marziana.
Nel frattempo nella luminescente, gelida, sfavillante via Dante, coppie diamantate di russi superbamente ricchi solcano altezzosi e colbaccati la viscida marea di folla ondivaga rimbalzandosi a fior di labbra incomprensibili e glaciali "да" e "нет".

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